Le origini del santuario sono incerte, ma si ritiene che tra il VII e l’VIII secolo fosse abitato da eremiti dediti a una vita di contemplazione e ascetismo. Le prime testimonianze documentate risalgono al IX secolo, quando l’isola fu occupata prima da una comunità di monaci basiliani e successivamente da benedettini, che la trasformarono in un luogo di culto e residenza.
I terremoti del 1783 e del 1905 danneggiarono gravemente la struttura originaria, e l’attuale chiesa, ricostruita dopo il 1910, è oggi uno dei simboli della Calabria nel mondo. La chiesa è raggiungibile tramite un’antica scalinata scavata nella roccia, che conduce anche a un giardino botanico dove crescono numerose specie di piante mediterranee.

Il panorama che si ammira da questo punto è spettacolare: da un lato la splendida città di Tropea, dall’altro una vista mozzafiato sul mare con le isole Eolie che si stagliano all’orizzonte. L’isola è legata a molte leggende, la più famosa delle quali racconta dell’arrivo di una statua della Vergine proveniente dall’Oriente. Il popolo, accompagnato dal vescovo e dal sindaco, si radunò sulla spiaggia per celebrare l’evento.
Insieme, decisero di collocare la statua in una nicchia naturale nella rupe. Tuttavia, la statua era troppo grande, e fu chiamato un falegname per risolvere il problema accorciandone le gambe. Non appena l’uomo iniziò a segare, le sue braccia si paralizzarono, mentre il sindaco e il vescovo morirono sul colpo.
Nei giorni seguenti, la Madonna iniziò a compiere miracoli, guarendo i malati; un rito che veniva eseguito regolarmente dai fedeli fino a pochi decenni fa. Ogni 15 agosto, nelle acque antistanti l’isola, si svolge la processione della Madonna di Romania.